Il personaggio: l’assessora Paola Romano

Lunedì 4 marzo 2024 tutti noi della redazione dell’Amedeo News siamo andati alla sede del Comune di Bari e abbiamo intervistato l’assessora alle Politiche giovanili e alla Pubblica Istruzione Paola Romano.
Abbiamo avuto la possibilità di visitare la sala del Consiglio comunale che è aperta al pubblico ed è stata magnificamente affrescata al tempo di Arnaldo di Crollalanza: infatti tutti i personaggi dell’affresco hanno il suo volto.
L’intervista si è svolta nella sala delle riunioni  della Giunta comunale. L’assessora ci ha mostrato i numerosi quadri che raffigurano i precedenti sindaci di Bari ormai deceduti. Inoltre, su una parete, c’era un grande arazzo che rappresenta la nave albanese Vlora realizzato con 18.000 bottoni, lo stesso numero di migranti arrivati al porto di Bari su quella nave. L’arazzo è stato donato dall’artista Duli Caja al Comune di Bari.

Qualche giorno fa è stato un giorno di festa per tutta la città con l’inaugurazione del “Villaggio Trenta ore per la vita di Agebeo” quanto è importante e a cosa serve?

Questo villaggio nasce da una storia triste Michele Farina è un papà che ha perso il figlio, Vincenzo, malato di tumore, anche se lui e i medici hanno fatto di tutto per curarlo ma purtroppo questo ragazzo non ce l’ha fatta. Da quel momento, la missione di vita di Michele Farina è stata quella di aiutare le famiglie che si ritrovavano nelle stesse condizioni. Un giorno il Comune di Bari pubblicò una lista di appartamenti sequestrati alla mafia da riutilizzare e lui partecipò prendendosi questo appartamento e iniziò ad ospitare, grazie al passaparola su Facebook, famiglie di bambini malati di tumore. Il passaparola si sparse  e quell’appartamento non bastava più, allora si decise di costruire su questo lotto e dopo vari problemi è stata finita la costruzione di quello che oggi è un villaggio che ospita le famiglie dei bambini malati oncologici ricoverati negli ospedali baresi.

Lei il 14 Aprile 2023 ha inaugurato una delle undici biblioteche della rete Colibrì che danno la meravigliosa possibilità di leggere un libro, che emozioni ha provato nell’inaugurare quella biblioteca?

 

Ne abbiamo inaugurate undici ed è un’emozione molto bella che mi fa ritornare alla vostra età perché in realtà è un desiderio che avevo da quando ero vostra coetanea: vivevo in un quartiere che si chiama Fesca ed era molto difficile studiare a casa mia, perché io avevo un fratellino molto più piccolo ed era molto rumoroso perché aveva altre esigenze. I bimbi piccoli, come sono adesso le mie figlie, hanno l’esigenza di giocare, far rumore, vedere i cartoni animati,  io invece avrei voluto avere un posto dove studiare, vicino casa, ma non lo avevo come tanti di voi, invece poi viaggiando in altre città, anche senza andare troppo lontano come Roma, mi sono resa conto che le città hanno un sistema di biblioteche diffuse nei quartieri che sono un posto dove studiare, dove leggere un libro, leggere un giornale ma anche stare insieme, avere giusto un punto di incontro e quindi quando abbiamo inaugurato la prima, ho pensato a quella me della vostra età e che quasi fosse un riscatto per quelle persone che sono adesso adolescenti e trovano un luogo dove possono stare insieme, sentirsi un po’ di musica, perché oggi le biblioteche sono dotate di tutto, anche di spazi dove puoi non leggere ma chiacchierare.

Sappiamo che il suo assessorato ha finanziato con una cifra consistente un progetto per la costruzione di scuole dell’infanzia e asili nido. Secondo lei l’istruzione è fondamentale già da quella fascia d’età?

Non solo secondo me,  ci sono tanti studi anche di premi Nobel che ci dimostrano che se un bimbo, soprattutto un bimbo che non viene da una famiglia dove non ci sono tanti stimoli, se va all’asilo riesce a migliorare le proprie condizioni più facilmente. Voi immaginate, all’asilo nido ci sono delle persone specializzate nella educazione dei bambini e soprattutto i bambini stanno insieme con altri bambini invece adesso nelle famiglie ci sono pochi fratelli, non si vive tutti insieme, quindi l’asilo è una importante occasione di socializzazione quindi è fondamentale. I bimbi imparano a parlare prima, sono più curati ,stanno insieme agli altri e poi è un servizio che aiuta i genitori. C’è uno studio in Italia che dice che solo l’11% delle donne che hanno  avuto un figlio  dopo mantengono un posto di lavoro e c’è una disoccupazione femminile altissima  perciò dobbiamo occuparci del welfare al femminile e soprattutto delle mamme. Non perché i papà non siano importanti, sono al 50%, ma molto spesso nella nostra società viene scaricata su di noi la cura dei figli e dei genitori anziani quindi l’asilo è un modo per aiutare i genitori, soprattutto per le mamme

C’è stato un avvenimento in particolare o magari qualcuno che le ha fatto capire che la strada della politica era quella giusta per lei? La sua famiglia l’ha appoggiata? Le ha dato qualche consiglio?

Io mi sono sempre appassionata di politica, già dalle scuole superiori dove mi sono candidata rappresentante d’istituto. Io avevo la passione per la politica nel sangue. Non avevo nessun politico in famiglia però i miei famigliari mi hanno sempre lasciata libera di perseguire il mio sogno ma avrebbero preferito altro per me. Mi dicevano che quello della politica, non era un bell’ambiente e che sapevo fare tante altre cose. Durante la prima campagna elettorale di Antonio De Caro, in cui gli stavo dando una mano e in cui, successivamente, ho scelto di candidarmi, incontrai la mia maestra delle scuole elementari. Lei è rimasta una mia amica e mi disse:” Paola io sapevo che sarebbe arrivato questo momento perchè tu quando avevi  10 anni, hai scritto un tema dicendo che volevi diventare un sindaco e io me lo sono conservato, perchè nessun bambino mi aveva detto una cosa del genere. Io sapevo che sarebbe arrivato questo momento, lo stavo solo aspettando”. Lei è stata una mia grande sostenitrice perchè è una persona che mi conosce da tantissimo tempo.

 Lei ha avuto la sua prima figlia, Mariaceleste, in un periodo molto impegnativo per via delle riaperture delle scuole, dopo la pandemia da covid-19 che ha colpito tutto il mondo. Come ha fatto a dedicarsi al lavoro essendo una neomamma? C’è voluto del tempo per trovare un equilibrio tra lavoro e famiglia?

Ho la fortuna, che purtroppo non è concessa a tanti genitori di poter portare mia figlia con me al lavorone poi ho una rete di che mi aiuta fatta di suoceri e genitori e questo ha sicuramente aiutato. Si creano nuovi equilibri ovviamente e credo sia molto importante trovare un nuovo equilibrio dove non ci sia solo lavoro ma bisogna trovare un momento nella giornata in cui ci si dedichi alla famiglia, mia figlia mi ha insegnato questo, mi ha insegnato a dedicare del tempo alla mia famiglia.

Lei ha avuto molte esperienze lavorative e ora ricopre il ruolo di assessora. Cosa le è piaciuto di quest’attività tanto da convincerla a continuare su questa strada?

Iniziamo col dire che la cosa più bella è poter modificare la città, creare degli spazi, aiutare le persone. Certe volte c’è bisogno di un tempo più lungo, non è qualcosa che si fa velocemente; i processi di cambiamento sono lunghi.

Il  Comune ha previsto il finanziamento di progetti di carattere socio-culturale ideati e promossi dalle scuole. In che modo questo progetto dovrebbe produrre un’effettiva ricaduta culturale, educativa e formativa sugli alunni e sule loro famiglie?
In questi anni  abbiamo provato a fare  due cose separate: da un lato  proporre grandi eventi, grandi manifestazioni culturali; dall’altro lato abbiamo provato ad essere presenti nelle piccole realtà, come nelle scuole, nelle parrocchie, nelle associazioni, perché così voi ragazzi attivate un meccanismo per essere protagonisti. Mi auguro di poter mettere a fattor comune tutto questo.

Il Comune di Bari ha finanziato le scuole per permettere la visione del film : “C’è ancora domani”, che tratta di un argomento molto importante:  la violenza che le donne hanno subito e subiscono ancora oggi. Perchè crede che sia fondamentale che noi alunni di scuola media vediamo questo film?

Perché, come ha detto la sorella di Giulia Cecchettin, la violenza sulle donne è frutto di una società sbagliata e credo sia fondamentale educare i ragazzi su questo tema. Nella mia esperienza di adolescente mi è capitato spesso di pensare che se avessi lasciato il mio ragazzo mi avrebbe picchiata, e parlando con le mie coetanee, ho notato che è successo a tutte, e quindi credo che ci voglia un’educazione culturale per i ragazzi per evitare che riaccadano femminicidi e violenze contro le donne.

Si sente spesso dire che la qualità delle scuole nel nord Europa sia migliore rispetto all’educazione scolastica italiana. Lei che ne pensa al riguardo? E’ d’accordo? Se sì, cosa si potrebbe fare per migliorare il nostro sistema scolastico d’apprendimento?

Penso che innanzitutto bisognerebbe stare di più a scuola, perché  molti ragazzi non fanno attività motoria il pomeriggio e invece a scuola avrebbero questa possibilità. Per fare questo bisognerebbe pagare di più i professori perchè sono i meno pagati di Europa, inoltre bisognerebbe mettere meno alunni nelle classi, perchè come può un insegnante  curare 30 alunni ognuno con le proprie esigenze e difficoltà….. bisognerebbe lavorare di più sulle innovazioni tecnologiche così si potrebbero ottenere risultati ottimi.

Noi a scuola trattiamo spesso l’argomento bullismo, tema che lei ha molto a cuore. Cosa l’ha spinta a presentare il suo progetto “no al bullismo” nel dicembre 2022?

La consapevolezza che è un fenomeno molto presente nelle scuole, tra di voi e che può far star male i ragazzi. Noi non possiamo chiudere gli occhi ma dobbiamo lavorarci tutti insieme e voi dovete essere protagonisti di questa consapevolezza perchè noi non potremo essere ovunque, nelle vostre uscite serali, nel vostro pomeriggio, ma dovete anche mettervi di traverso rispetto a determinati comportamenti. Ci si diverte quando si divertono tutti, non quando qualcuno ci sta male.

Secondo lei cosa si può fare per aiutare le persone più deboli e con maggiori difficoltà economiche nella nostra città?
Nella nostra città c’è circa il 25% della popolazione che ha meno di 6000 euro di Isee, che è la soglia di povertà quindi c’è un elevato numero di persone che si trovano in difficoltà economica mentre solo il 12% della popolazione dichiara più di 50mila euro di Isee. Sicuramente il primo problema di queste persone è la casa perchè in questo momento il prezzo degli affitti si è alzato di molto. Su questo tema occorre l’intervento pubblico e il nostro sostegno.

L’autonomia differenziata trasformerebbe l’Italia in una repubblica Federale, quale pensa possa essere l’obbiettivo di chi ha scelto di promulgare questa legge?
Dico che è, a mio avviso, una follia, perché, soprattutto come ci ha insegnato il Covid, ci sono certe materie sulle quali è molto importante un governo, una legislazione uguale in tutta Italia, tra le quali anche la sanità. Ad esempio la scuola è un sistema che tiene unita l’Italia, perché c’è lo stesso programma da nord a sud con piccoli cambiamenti. C’è una mobilità lavorativa e diversi sistemi nelle diverse regioni già oggi,  questa legge farebbe sì che avremmo, diciamo, delle disuguaglianze molto importanti.

La redazione 2024 dell’Amedeonews

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *